Intervista a Stefano Bonilauri, presidente dell’Associazione culturale russa dell’Emilia Romagna | www.alicenonlosa.it

Ti aspettavi la vittoria di Putin alle presidenziali russe col 76% dei voti?

La vittoria di Putin me la aspettavo, ma non di queste dimensioni. Vuol dire che il popolo russo ha apprezzato molto il lavoro del Presidente, sia sul piano interno, sia in politica internazionale. Gli attacchi occidentali, dove ogni cosa che accade “è colpa di Putin”, non han fatto altro che aumentare il suo consenso a livelli altissimi.

Cosa credi più piaccia di Putin ai russi?

Indubbiamente, più di ogni altra cosa, i russi apprezzano la capacità di aver risollevato il Paese da uno dei periodi più bui della sua storia contemporanea; quello della presidenza di Boris Eltsin, quando le speculazioni erano fuori controllo, parte degli oligarchi si era di fatto ingurgitato molti settori strategici, la povertà dilagava, molte aree industriali venivano completamente abbandonate e l’apparato tecnico-scientifico ereditato dall’URSS era stato quasi del tutto smantellato.

Alla fine degli anni Novanta la Russia si trovò ad un bivio: risorgere, ricostruendo un’identità culturale ed un sistema economico funzionale, e ritagliarsi così uno spazio nello scacchiere internazionale, oppure avviarsi verso un irreversibile declino. Putin ha preso in mano le redini della Russia, guidandola verso la prima direzione.

Qual è il livello di democrazia che c’è in Russia?

In Russia esistono molte forze politiche e le tornate elettorali dal 1992 a questa parte sono sempre state piuttosto combattute. Nel 1996, il candidato comunista Gennadj Zjuganov sfiorò addirittura il colpaccio contro Elstin, che tre anni prima, va ricordato, aveva “difeso” la “democrazia” bombardando il Parlamento che lo stava sfiduciando. In occasione di quelle elezioni presidenziali, furono in molti a parlare di brogli per far vincere Eltsin ma in Occidente la questione non fece notizia. Perché? Presto detto. Zjuganov, che oggi rappresenta ancora la prima forza di opposizione nel Paese, indicava soluzioni quasi nazionaliste, istanze che oggi, almeno in parte, sono incarnate agli occhi di molti russi dallo stesso Putin, depurate chiaramente dal nostalgismo politico che invece caratterizza i comunisti.

In Parlamento, poi, oltre a Russia Unita e al Partito Comunista, sono presenti il Partito Liberal-Democratico di Zhirinovskij e i socialisti riformisti di Russia Giusta. Questi quattro partiti, divisi su molti temi, concordano comunque con Putin sulla necessità di ricostruire uno spazio economico ex-sovietico con alcuni dei Paesi che componevano l’URSS e di mantenere una politica estera di vicinanza ai BRICS e di contenimento della NATO.

Qui sorge il vero problema per Bruxelles, che non ha un interlocutore politico di peso in Russia. Ma chi ha detto che avereun referente europeista o filoamericano in ogni Paese del mondo sia un prerequisito della democrazia?

In Italia Putin sarebbe il candidato del centrodestra, del centrosinistra o del M5S?

Malgrado in Europa Putin sia spesso accostato alla destra euroscettica o addirittura all’estrema destra, in realtà il paragone con la situazione politica italiana è quasi impossibile. La storia del Paese è molto diversa dalla nostra e lo stesso Putin non perde occasione per ribadire l’importanza di rendere omaggio all’Armata Rossa e alle vittime dell’Operazione Barbarossa e della Seconda Guerra Mondiale, che costò la vita ad oltre 26 milioni di sovietici.

Se dovessimo azzardare una comparazione, Russia Unita, il partito di maggioranza che sostiene il governo Medvedev e la presidenza Putin, potrebbe essere accostato alla nostra vecchia Democrazia Cristiana, per la sua caratteristica di “pigliatutto”. Putin, poi, come singolo candidato, accentua questa caratteristica e conquista consensi in diverse classi, gruppi e strati della società, dagli imprenditori agli operai, dai veterani agli impiegati. Tuttavia è necessario conoscere la realtà russa per comprendere appieno il fenomeno Putin e le ragioni di questo larghissimo consenso.

Quale attività svolge l’Associazione Italia-Russia dell’Emilia Romagna?

L’Associazione Russia Emilia Romagna è apartitica, senza fini di lucro e ha lo scopo di promuovere i rapporti tra Italia e Russia nell’ambito geopolitico eurasiatico, sostenere l’integrazione politica, economica, strategica e culturale dello spazio euroasiatico, favorire il dialogo ed il reciproco rispetto tra le confessioni tradizionali del continente eurasiatico e difendere la conservazione della identità etnica, culturale e religiosa di ogni popolo.

Tali finalità vengono perseguite sul territorio italiano e in particolare nella regione Emilia Romagna, attraverso le seguenti iniziative: convegni, mostre, proiezioni di video, intrattenimenti musicali, pubblicazioni, collaborazione con altri circoli o associazioni aventi scopi analoghi, ricerca e diffusione della cultura russa, partecipazione, supporto tecnico, organizzativo ad eventi in Italia e all’estero, attività varie finalizzate alla raccolta fondi, promozione di accordi e intese tra aziende ed enti pubblici e privati, progettazione di interventi a sostegno dell’integrazione economica tra Italia e Federazione Russa.

Andrea Marsiletti

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