La paura e la menzogna.

La scure della censura si è abbattuta inesorabilmente sui movimenti e le associazioni che promuovono i rapporti tra l’Italia e la Federazione Russa, bloccando o limitando la possibilità di diffondere pubblicamente la verità su quanto accaduto e accade tutt’ora in Ucraina.
Tale involuzione autoritaria delle istituzioni e della classe politica del nostro Paese non è certamente cominciata oggi, ma ha conosciuto un’accelerazione nel periodo della pandemia, quando il Parlamento è stato esautorato e ridotto a semplice organismo avallante politiche repressive e anticostituzionali stabilite in altra sede. La restrizione di libertà fondamentali, unita al ricompattamento di tutte le forze politiche poste a difesa del sistema originato dal “golpe” istituzionale del 1992, rappresenta una prova di forza che il Potere esercita per preservare se stesso, ma rivela anche una crisi profonda. Il “serrare i ranghi”, limitando la libertà d’informazione e manifestazione, significa impedire all’opinione pubblica di avere accesso ad una informazione libera e non manipolata.

Tutto ciò non è limitato al Comune di Modena ma abbraccia l’intera architettura istituzionale italiana ed europea, soggiogata dalla NATO, quindi dagli Stati Uniti d’America. L'”Impero della Menzogna”, come ebbe a definirlo il presidente russo Vladimir Putin, ha l’esigenza, per non soccombere, di utilizzare tutti gli strumenti e gli attori politico-militari necessari ad impedire che la “cittadella europea” crolli. I banderisti ucraini (dal nome del padre fondatore del nazionalismo integrale Stepan Bandera) rientrano a pieno titolo in questa pletora di “mostri” resuscitati ad ottant’anni dal secondo conflitto mondiale. Non importa se i loro padri politici hanno compiuto crimini efferati nel 1941-’45, durante l’Operazione Barbarossa, oppure se i loro epigoni contemporanei si sono macchiati di atrocità, a partire dall’avvio dell'”Operazione Anti-Terroristica” (ATO) imbastita contro il Donbass o dal conflitto aperto il 24 Febbraio 2022.

Medesimo copione nello scenario vicino-orientale. L’UE e la NATO hanno sostenuto apertamente il terrorismo praticato da gruppi islamisti-salafiti, spacciandoli per “ribelli” “partigiani”, al fine di per annientare lo Stato siriano guidato dal presidente Bashar al-Assad. A tal proposito ricordiamo quando, nel 2017, si svolse proprio nella città di Modena la cosiddetta “Marcia per Aleppo”, con il Sindaco Gian Carlo Muzzarelli in testa al corteo All’epoca i benpensanti modenesi si stracciarono le vesti per quelli che definivano “poveri siriani”, “dimenticando” che proprio ad Aleppo erano asserragliati gruppi terroristici con il supporto di funzionari di intelligence occidentali.
La falsità e l’ipocrisia dei politici italiani non ha limiti. Come sempre accondiscendenti e proni al potente di turno, sfoggiano il proprio fanatico servilismo in maniera esacerbata e scomposta, tradendo in realtà la paura che li anima, quella dell’inesorabile sconfitta cui è destinato il “miliardo d’oro” di Josep Borrell. Certi che la morsa della tenaglia repressiva sarà sempre più forte, poiché la fine del Behemoth occidentale è ormai imminente, proseguiremo nella nostra lotta per la verità e la giustizia.

Luca Rossi
Presidente Associazione Culturale Russia Emilia Romagna