Sulla richiesta di concessione della cittadinanza onoraria all’atleta ucraina Olga Kharlan.

Quando un sistema politico è in profonda crisi ha sostanzialmente due possibilità: ripiegarsi su se stesso con una morsa repressiva sempre più forte, oppure ammettere il proprio fallimento considerando esaurita la propria esistenza materiale. Nell’Unione Europea si è scelta consapevolmente la prima via. Ovviamente l’Italia non può che aggiungere un ulteriore peso al carico, con una classe politica totalmente distaccata dalla realtà, arroccata su posizioni di difesa totale dell’atlantismo, pronta a sacrificare i diritti sociali, civili e politici pur di contentare il padrone d’oltreoceano. Esponenti dell’attuale maggioranza al governo scambiano paradossalmente questa estrema resistenza al cambiamento, con l’amor patrio. La retorica patriottarda è in realtà inserita in un sistema gerarchico, che va dal centro dell’imperialismo sino agli ultimi della piramide politica: l’Ucraina. Questa pulsione pseudo-nazionalista ha origine nel secondo dopoguerra, quando la penetrazione degli Stati Uniti d’America nella nostra Penisola, richiedeva il sostegno alle formazioni politiche e paramilitari monarchiche, cattoliche e post-fasciste, in funzione anticomunista e antisovietica. Sicché l’appartenenza all’alleanza atlantica si sposava con la tutela degli interessi del Vaticano, degli industriali e di altri centri di potere. Da qui la necessità di rinfocolare, pur da sconfitti, un sopito sentimento nazionale o nazional-europeo, che contrastasse il Patto di Varsavia ed il Comecon. Gli eredi politici di questo accrocco politico, nipotini della vecchia “maggioranza silenziosa”, proseguono sullo medesimo sentiero, in maniera sempre più ridicola, in totale contrasto con gli interessi reali del Paese, totalmente subordinato ai diktat dell’Ue e della Nato. Tra i tanti casi di masochismo politico, giunge la notizia della richiesta avanzata dal capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio Comunale a Bologna, Stefano Cavedagna, di concedere la cittadinanza onoraria alla schermista ucraina Olga Kharlan (1). “Solidarietà tra patrioti”, sarebbe la motivazione addotta dal consigliere di F.d.I nel sostenere l’ordine del giorno a Palazzo d’Accursio. L’atleta di Nikolaev (città fondata dal principe russo Grigorij A. Potëmkin, governatore della Novorossija, nel 1789 – che nulla c’entra con in Banderstadt di L’vov) in fuga dal proprio paese nel marzo 2022, non ha dimostrato un possedere un grande “spirito sportivo” violando il regolamento della Scherma che prevede il saluto finale al termine della gara, quindi rifiutandosi di porgere la mano all’avversaria russa Anna Smirnova. La scelta della Federazione Internazionale di Scherma (F.i.e) di riabilitare la Kharlan dopo la squalifica impartita precedentemente, costituisce de facto un atto politico, perciò anti-sportivo. Si è giunti persino a cambiare la regola del saluto finale, concedendo la possibilità di un vergognoso “saluto a distanza”. Ciò dimostra che buona parte delle organizzazioni sportive internazionali, a partire dal Comitato Olimpico Internazionale (il quale non ha fatto mancare la propria solidarietà alla schermista ucraina) sono controllate o manipolate dall’Occidente Collettivo e questo rende invalida ogni competizione. L’imparzialità di tali organismi è ormai venuta meno, così come tutta la retorica sulla libertà di commercio, di circolazione ecc. di cui si è fatto portatrice l’Unione Europea e gli S.U.A. Ma questo, ripetiamo, costituisce un fattore di debolezza, perché l’esistenza stessa di tali entità volge al termine.

Quanto a Cavedagna, il quale si prodiga ad offrire la propria solidarietà ad una nazione storicamente e politicamente inesistente, consigliamo di occuparsi dei problemi reali della città di Bologna e di non confondere il sentimento nazionale degli italiani con la follia del governo ucraino.

(1) https://www.bolognatoday.it/cronaca/olga-kharlan-cittadinanza-onoraria.html